Menu Chiudi

Mulino Rodriguez

Localizzazione: Inzago – Cascina Castelnovati a sud del Monasterolo

Del molino Castelnovati, oggi noto come Rodriguez, sulla roggia Castelnovate, non sappiamo la datazione certa ma dovrebbe essere stato costruito nelle ultime decadi del ‘400.

Immagine

Foto della ruota del Mulino Rodriguez

Descrizione

Giovanni Castelnovati fu siniscalco (sovraintendente alla mensa e alla casa ducale) generale alla corte di Galeazzo Maria Sforza.

La famiglia possedeva una casa da nobile a Inzago oggi canonica e un fondo di oltre 1500 pertiche.

I Castelnovati avevano altri interessi fondiari a Vailate in Gera d’Adda e soprattutto a Cardano al Campo (pertiche 1961).

Nel 1470 Galeazzo Maria Sforza fece una regalia d’acqua del naviglio della Martesana a Giovanni Castelnovati consistente nell’acqua necessaria per irrigare 1500 pertiche (Cassine Doppie).

Il molino fu affittato sistematicamente in genere per durata novennale; sull’affittuario gravavano i costi di manutenzione e gli appendizi:

un animale grasso di peso di libbre cento a S. Antonio, caponi 10 nella festa di S. Martino, pollastri 10 a S. Lorenzo, anatre 4 a S. Lorenzo, ovi di galina donzene 6 nella festa di Pasqua di Resurrezione, farro stara due

La famiglia Castelnovati si estinse con la morte dell’alfiere Carlo Domenico Castelnovati (1738); il molino passò ai Silva (Vittoria Castelnovati, sorella di Carlo Domenico, aveva sposato Antonio Silva e generato Giuseppe e Giò Battista Silva eredi per via femminile).

Già prima dell’estinzione della famiglia il patrimonio fondiario Castelnovati si era molto ridotto.

Una parte fu ereditata dai cugini Assandri, altra famiglia storica di Inzago. La Villa Castelnovati passò di mano attraverso almeno una decina di proprietari sino ad essere acquistata nel 1826 dalla marchesa Luigia Castelli vedova Visconti di Modrone, che la donò alla Parrocchia (1828) dopo averla ristrutturata.

In origine aveva un ampia corte prospiciente la casa, tale spazio fu in gran parte occupato dalla nuova chiesa nell’800 e più recentemente dall’abside che ora incombe sull’edificio, da poco totalmente ristrutturato anche negli interni.

Silva Giuseppe fu Giò Antonio, pieno di debito nei confronti dei Gesuiti del collegio dei Nobili di Inzago aveva loro lasciato la gestione dei terreni e del molino.

Nel 1760 aveva ancora intestato 279 pertiche  vendute progressivamente ai fratelli Calleri tra il 1780 e il 1791 anno in cui alienò la restante parte tra cui il molino a Pietro Giuseppe Rodriguez.

Note

Alla fine dell’800/inizio ‘900 furono asportate le ruote di legno sostituite da una più grande ruota in ferro il cui albero faceva girare due mole.

Nel dopo guerra i molini idraulici di Inzago cessarono di funzionare e furono trasformati in residenze private o spacci di granaglie ad eccezione del molinetto Franchetti unico ad avere la ruota e i meccanismi ancora funzionanti.

Autore: Benigno Calvi
Datazione: XV sec.
Numero scheda catalogo heritage: PMCLAI0040