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Ville di delizia e dimore storiche in Martesana

Localizzazione: CSD Ecomuseo Martesana – Gessate  

L’Autore, usando come sempre con maestria la macchina fotografica, invita il Lettore a deliziarsi del patrimonio così intriso di arte e storia che sono le “Ville di delizia” e le “Dimore storiche” nel territorio della Martesana. Esse sono innumerevoli e splendide lungo tutto il Naviglio, che l’Autore percorre dal suo incile fino alla “Riviera di Crescenzago” sorprendendo chi legge a desiderare di vederle dal vero.

1. Frontespizio “Ville di delizia e dimore storiche in Martesana – Ed. B&V per Ecomuseo Martesana

2. Quarta di copertina: il Naviglio Martesana

3. Villa Cavenago Marocco – Trezzo sull’Adda

4. Villa Visconti di Modrone sopra il Naviglio Martesana – Vaprio d’Adda

5. Villa Borromeo d’Adda – Cassano d’Adda

6. Villa Rey – Inzago

7. Villa Daccò – Gessate (sede di Ecomuseo Martesana)

8. Villa Petrovic – Crescenzago

La rivalutazione della campagna iniziò nel XV secolo, quando si diffusero con gli Sforza, gli edifici rurali con funzioni di cura dei poderi e casini di caccia collegati ad aree boschive.

Nel secolo successivo si vedono gli edifici rurali tramutarsi in ville dignitose, ma mai sfarzose: granai, magazzini, stalle occupavano gli spazi contigui della residenza padronale, appunto ancora usata dai signori per la gestione delle terre.

Terre che si accrebbero sotto gli Spagnoli che scambiavano feudi in cambio di denaro. Infatti rispetto al palazzo di città, la villa si prestava ad esprimere più efficacemente il fasto e l’importanza sociale del casato e a legittimarlo come nuova nobiltà.

La grande stagione delle Ville di Delizia fu la prima metà del XVIII secolo.

I nobili si recavano in villa nei periodi cruciali dell’attività agricola: la mietitura, la raccolta dei bachi, la vendemmia, la vinificazione.

Sulla gestione dei fondi agricoli si innestava la ritualità del vivere in campagna, codificata dalla letteratura coeva, da dipinti e stampe: feste, cavalcate, battute di caccia, visite reciproche tra le famiglie.

Il rapporto villa-giardino-borgo-territorio è chiaramente visualizzato nelle mappe catastali “teresiane” degli anni venti del 1700.

La villa divenne quindi “luogo di svago e di riposo per la rigenerazione fisica e morale del proprietario e, al tempo stesso, sintesi e snodo delle attività produttive del territorio, segno visibile della proprietà fondiaria, luogo di rappresentanza del potere e di ostentazione del lusso” (R. Cassanelli, 2003).

I ceti emergenti fecero a gara per edificare residenze sontuose, ingaggiando famosi architetti.

Nonostante questo, la villa non perse mai la funzione legata alla gestione dei fondi, rimanendo saldamente legata al borgo e al paesaggio agricolo. Ferdinando d’Asburgo scelse nel 1771 come residenza estiva, una villa raggiungibile tramite il Naviglio: quella dei Conti Alari a Cernusco s/N.

Il Piermarini fu ingaggiato da Ferdinando per disegnare la “Villa Reale” di Monza, ma anche dalla famiglia Borromeo d’Adda per la Villa di Cassano d’Adda, come dalla famiglia Uboldo per la Villa di Cernusco.

Anche i giardini intorno alle ville nel XVIII secolo, furono commissionati a famosi architetti, ma le successive modifiche e frazionamenti non ci permettono di leggerne oggi il significato originario.

Le ville all’inizio del XIX secolo persero la loro vocazione rurale, mantenendo però spesso la funzione residenziale.

Alcune, nel corso degli anni successivi sono diventate di patrimonio pubblico (Villa Piola a Inzago, Villa Serbelloni a Gorgonzola, Villa Greppi e Villa Alari a Cernusco s/N), altre sono diventate sede di istituti di credito (Villa Facheris a Inzago), o destinate all’uso ospedaliero (Villa Uboldo a Cernusco, Villa Marchesi a Inzago) o ad uso alberghiero (Villa Appiani a Trezzo s/A).

Le Ville di Delizie e le Dimore Storiche con il passare del tempo sembravano destinate ad essere dimenticate.

Invece, con la loro riqualificazione e il corretto uso dei loro grandissimi spazi verdi, sono divenute una risorsa per le moderne cittadine lungo il Naviglio Martesana.

Bibliografia

– R. Cassanelli (a cura di) “Ville di delizia nella provincia di Milano – Milano 2003

– F. Alemani “L’eredità di Luigi Marchesi …” – Storia in Martesana no. 8 – 2014

– R. Cordani (a cura di) “I Navigli. Da Milano lungo i canali” – Milano 2002

– E. Ferrario Mezzadri “Dimore storiche in Martesana” – Cernusco s/N 2000

– S. Langè “Ville della provincia di Milano” – Milano 1972

– E. Motta “Il Naviglio della Martesana. Un viaggio di ieri, le immagini di oggi” Inzago 2008

– C. Perogalli, P. Favole “Ville dei Navigli lombardi” – Milano 3° ed. 1982

– D. Riva “Brillanti conversazioni e splendidi intrattenimenti …” – Storia in Martesana no. 3 – 2010

– F. Suss “Le ville del territorio milanese: aspetti storici ed architettonici” – Milano 1988

– C.M. Tartari, E. Ferrario Mezzadri “Le case sul Martesana” – Verona 2003

Autore: E. Motta
Datazione: 04/2017
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