Il catalogo del 1298 delle domus degli Umiliati documenta la presenza a Gorgonzola di una loro comunità: nell’elenco in fagia de Martesana – de ripa Abduae infra compare una domus de Gorgonzola senza la specificazione fratrum o sororum, termini che distinguono le comunità maschili e femminili.
La chiesa venne edificata a partire dal 1806 da Simone Cantoni e prese il posto dell’antica chiesa plebana, fondata nel VIII secolo.
La colonna votiva ricorda la peste cosiddetta di san Carlo che nel biennio 1576 – 77 colpì con particolare virulenza il Milanese. Si trova all’ingresso occidentale del paese, all’incrocio delle vie che portavano alle fosse comuni approntate per far fronte all’emergenza sanitaria.
Affresco della Madonna del latte sulla facciata sud della casa parrocchiale prospiciente il naviglio.
Il piccolo edificio religioso si trova nel cuore di Gorgonzola, in una piazzetta che conserva il nome della originaria titolazione della chiesa: san Pietro. L’edificio venne probabilmente edificato nel corso del XIII secolo come cappella aperta alla popolazione della vicina Casa degli Umiliati, di cui si conservano tracce nella Corte dei Chiosi (ingresso dall’attuale via Piave n°12), quando l’area era all’estremo margine settentrionale dell’abitato.
Dopo le invasioni barbariche sorsero nell’area piccoli nuclei abitati all’interno di fondi agricoli. Con lo sviluppo del cristianesimo si diffuse la costruzione di cappelle rurali.
La primitiva costruzione della Chiesa di San Rocco risale al XV e XVI secolo (attestazione di un edicola votiva dedicata a S. Rocco). La grande meridiana (ora scomparsa) recava una scritta In latino: “Omnes Vulnerant Ultima Necat” Tutte le ore feriscono, l’ultima uccide).
Il toponimo non lascia alcun dubbio sulla natura del luogo, trattandosi proprio della fondazione di un convento concesso nel 1489 ai Frati di S. Maria Incoronata di Milano (annessa Chiesa di S. Maria delle Grazie).
In alcuni documenti sulla visita pastorale del Cardinale Visconti d’Inzago sul finire del XVII secolo si apprende dell’esistenza di “una pia immagine della Vergine che regge sulle braccia il Bambino Gesù”.
L’Edicola votiva al S. Cuore fu dipinta nel 1767 sul muro di fronte a Casa Ugenti Sforza e poi trasportata al posto attuale nel 1826.