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Vimodrone – Il Lavatoio pubblico

Localizzazione: Vimodrone – Via Piave 10

Per fare il bucato le donne vimodronesi si recavano al lavatoio pubblico di via Piave, 10 o lungo l’argine del Naviglio dove si trovavano delle pietre (ancora oggi visibili) sulle quali lavavano e risciacquavano i panni in acqua corrente.

Immagine

Foto 1 e 2 – Due vecchie fotografie del lavatoio

Foto 3-4-5-6 – situazione attuale

Descrizione

Le possibilità offerte dal lavatoio pubblico di via Piave sono documentate dalle prime due fotografie.

Il lavatoio pubblico era fortemente utilizzato dalle donne vimodronesi, sulle quali (ahimè) pesava il compito del bucato.

Accanto ad esso, trovava ancora pieno utilizzo il lavaggio a mano su pietra che le donne svolgevano inginocchiate all’interno del brelin (cassetta di legno con cuscino per rendere meno dolorosa la posizione in ginocchio).

Lungo il naviglio infatti erano presenti 3 o 4 pietre che servivano alle lavandaie per una prima passata dei panni sporchi, obbligatoriamente a mano, per togliere le macchie più ostinate.

Indispensabili spazzola, sapone e olio di gomito.

Tra le due guerre mondiali anche a Vimodrone si svilupparono lavanderie artigianali.

Si arrivò a contarne 22.

Questa alta concentrazione è comprensibile se si pensa alla facilità con cui potevano procurarsi l’acqua, grazie al passaggio del Naviglio sul nostro territorio.

Una lavanderia artigianale era dotata di rudimentali, ma efficienti macchine.

Una caldaia da 500 litri che forniva acqua a 100°; un cilindro lungo 2,50 m. con diametro di 1 m. e mezzo che ruotava e permetteva il candeggio, un po’ come fa la lavatrice che abbiamo in casa e un torchio per centrifugare.

Ma i lavandai che svolgevano l’attività presso lavanderie artigianali dotate delle più moderne macchine per il periodo, non parlavano volentieri del lavatoio perché lo consideravano concorrenziale alla propria attività.

Accanto alle lavanderie non mancava il prato con i fili di acciaio inossidabile che, lucidati per bene, brillavano al sole, necessari per asciugare la biancheria.

Note

Attualmente il Lavatoio è in stato di abbandono, data di costruzione presumibilmente 1955. In uso fino ai primi anni ’60.

Potenzialità

Restaurato potrebbe diventare un luogo di mostre, oltre ad essere l’ultima testimonianza del lavoro delle lavandaie vimodronesi.

Azioni suggerite

Restauro, apertura a monte e a valle del canale ora proveniente dal Naviglio  Martesana, messa a luce del corso d’acqua che alimenta il lavatoio. Creazione di un piccolo fontanile nella piazzetta di via Papa Giovanni XXIII a conclusione del tratto esterno del canale irriguo.

Commenti

L’incuria e la totale mancanza di attenzione alle fonti del nostro passato denotano l’incapacità di ricerca storica

Bibliografia

Brevi cenni dal libro di Angelo Sozzani “Raccontare Vimodrone”

Documenti dall’Archivio storico Golgi Redaelli

Autore: Autore sconosciuto per le foto in bianco e nero, per quelle a colori Eleonora Longhi
Datazione: 1955 circa
Numero scheda catalogo heritage: PMCLLQ0035