Specie coltivata spesso in giardini e parchi per i suoi fiori profumati e per le infruttescenze molto decorative.
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Arbusto fiorito, foglie, infiorescenza, frutti blu a maturazione
Descrizione
Specie introdotta dal Giappone (dove cresce spontanea) in Europa verso il 1800, e qui coltivata per la bella fioritura estiva e per i coloratissimi calici.
Il suo portamento può essere arboreo o arbustivo, ed è un albero molto rustico che si adatta a qualsiasi terreno.
Altezza: fino a 8 m ca.
Fiorisce tra luglio e settembre
Il tronco è piccolo, leggermente incurvato e presenta una corteccia bruno-scura, che si desquama.
La chioma è espansa ed evidenzia varie ramificazioni aperte.
Le foglie sono caduche, opposte sui rami.
La lamina ha forma ovata, lunga 10-20 cm con l’apice acuminato.
I fiori si presentano in infiorescenze a cima tripartita (ecco il perché dell’aggettivo “trichotomum”) che formano pannocchie terminali.
I singoli fiori bianchi sono stellati, profumati come quelli del gelsomino e costituiscono il pregio maggiore di questa pianta.
Presentano un calice gonfio carnoso che alla maturazione assume un colore rosso-scarlatto o purpureo, persistente anche nel frutto; hanno corolla bianca o rosea, con 5 lacinie oblunghe e patenti con tubo sottile spesso arrossato, molto più lungo del calice e 4 stami lungamente sporgenti.
I frutti sono delle drupe (cioè dei frutti carnosi tipo le olive) color azzurro metallico, avvolte alla base dal calice rosso stellato.
I frutti durano quasi tutto l’inverno.
Note
Il nome deriva dal greco “κλῆρος” (kléros = piccoli oggetti per tirare a sorte) e, per estensione, sorte, destino e “δένδρον” (déndron = albero) cioè albero del destino.
L’aggettivo trichotomum deriva dal greco “τρῐχοῡ” (trichou = in tre parti) e da “τόμος” (tómos = fetta, ritaglio), da “τέμνω” (témno = tagliare, dividere): cioè suddiviso in tre parti, tripartito come la sua infiorescenza
Potenzialità
I frutti maturi freschi contengono tannini e pigmenti (trichotomine) solubili in acqua; danno un bel colore blu indaco o turchese ai tessuti e vengono utilizzati in Estremo Oriente anche come coloranti per certi alimenti.
Bibliografia
Wikipedia, www.actaplantarum.org/ , F. Gianni “Via per via gli alberi di Milano” – Ed. Il mondo positivo (1987)