È una delle chiese più antiche costruita agli inizi del Duecento, orientata da est a ovest come le chiese delle origini.
Immagine
Foto 1 – la Chiesa
Foto 2 – il trittico
Descrizione
Ha una semplice facciata a capanna in mattoni, navata unica suddivisa in quattro campate e tetto a capriate lignee.
Dal 1786 la chiesa venne adibita agli usi più disparati: scuola elementare, ricovero nelle epidemie di colera del 1835 e 1867 e per i soldati in transito durante la seconda guerra di Indipendenza, fino a diventare di proprietà privata ed essere adibita a deposito di formaggi.
A partire dagli anni Ottanta del Novecento sono iniziati lunghi e pazienti lavori di restauro che hanno riportato alla luce i pregevoli affreschi cinquecenteschi, nascosti e conservati sotto la calce, che possiamo ora ammirare.
Il merito della cura e della valorizzazione del bene va attribuito all’associazione Amici di sant’Andrea.
Nel 2012 un lavoro di ricerca documentaria e bibliografica, supportata dai pareri di illustri studiosi di Storia dell’arte rinascimentale lombarda, compiuta dal Centro Studi Guglielmo Gentili di Melzo, ha portato all’attribuzione certa degli affreschi dell’abside.
Il trittico sull’altare, datato sulla cornice “Agosto 1524” è stato attribuito al Mangone: al centro raffigura la Madonna con il Bambino e san Giovannino, racchiusa in una finta nicchia culminante con conchiglia sommitale, di chiara derivazione bramantesca.
Ai lati sono raffigurati san Gerolamo e santa Caterina d’Alessandria, con due offerenti in ginocchio.
Sulla parete sinistra è raffigurato il Martirio di sant’Andrea, su quella di destra La pesca miracolosa.
Di entrambi i dipinti sono stati rinvenuti al Louvre e in un archivio privato i disegni preparatori, firmati dal pittore manierista genovese Ottavio Semino (Genova 1530 – Milano 1604).
Azioni suggerite
Visite guidate.
Bibliografia
Centro Studi Guglielmo Gentili, Gli affreschi della chiesa si sant’Andrea a Melzo