Villa neobarocca con corpo principale in unico blocco lineare su due piani cui si innestano longitudinalmente due corpi più bassi e stretti. Edificata alla fine del XVIII secolo da donna Camilla Prata in Resta.
La Villa da tre punti diversi
Villa
All’interno l’atrio è diviso da due colonne in marmo veronese e vede riuniti in ordine cronologico, dal 987 al 1889, i ritratti della famiglia Pallavicino.
Il salone centrale è addobbato con tele del pittore Spreafico.
La scalinata a doppia rampa, che dà sul giardino, è abbellita da una balaustra ricurva in pietra con putti reggi lampioni.
La porta centrale è sormontata dallo stemma araldico in pietra.
Il portale è baroccheggiante e mistilineo.
Una cancellata in ferro battuto raccorda i due fabbricati di servizio.
La villa Resta Pallavicino costituisce un fatto emergente sia in relazione alla morfologia del paese sia per le notevoli qualità architettoniche intrinseche.
La villa occupa tutta la porzione sud del vecchio centro di Trecella denotando una precisa volontà di aulicità e rappresentatività.
La facciata più rappresentativa è sicuramente quella verso il parco ornata da una importante scalinata abbellita da una balaustra ricurva in pietra e da putti reggi lampioni.
Il parco è all’inglese e in ottime condizioni ma fu drasticamente ridotto da metà Ottocento quando fu costruita la ferrovia Milano-Venezia.
L’edificio principale è a blocco con pianta rettangolare, muratura perimetrale portante in mattoni pieni intonacata.
Note
Alla morte del conte Giuseppe Resta la villa passò al fratello Giovanni e prese il nome di Resta-Pallavicino allorchè Giovanni Resta sposò la marchesa Fanny Pallavicino Clavello.
Cancellata e lampioni della villa sono stati recentemente restaurati dal fabbro Luigi Brusamolino di Inzago, continuatore della scuola del Mazzucchelli.
Bibliografia
LA TERRA E LA FEDE – Itinerario tra chiese, cascine e ville di Pozzuolo, Trecella e Bisentrate. ROSA BALESTRINI, edizione Comune di Pozzuolo Martesana – settembre 2000.
