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Melzo – Casa del Podestà

Localizzazione: Melzo, Largo Gramsci

Casa della nobile famiglia Rozza a partire dal XVI secolo con affreschi dello stesso periodo.

Immagine

Foto 1 – Porta Lodi (o “Porta dei Cappuccini”) e Casa della famiglia Rozza o del Podestà

Foto 2-3-4 – gli affreschi della Casa

Descrizione

I frammenti di affresco della “Casa del Podestà”, in largo Gramsci a Melzo sono stati riscoperti nella primavera del 1998, dopo essere stati ricoperti da diversi strati di intonaco per quasi quattro secoli.

Il loro meticoloso restauro si è protratto sotto il controllo della Sovrintendenza ai Beni Artistici e Storici di Milano, offrendoci un documento emozionante sulla vita e la cultura della nobiltà locale in epoca tardo-rinascimentale.

Gli affreschi appartengono alla decorazione di un locale di prestigio della casa della nobile famiglia Rozza, che aveva la sua dimora in questo edificio, adiacente alla Porta Lodi o “Porta dei Cappuccini”, almeno nei secoli XVI e XVII, come anche riportato nella “Legenda” della mappa del Borgo di Melzo redatta nel 1623.

Dal Cinquecento al Seicento la casa è stata abitata dal Podestà e il popolo così la identificava; nel Settecento il principe Antonio Tolomeo Gallio Trivulzio e il duca Moles ne furono i proprietari nobili.

Molti sono i membri della famiglia Rozza ricordati negli antichi documenti degli archivi storici:  tra essi Caterina (fondatrice dell’altare di S. Gerolamo nella chiesa prepositurale di Melzo nel 1453), Aloisius (figlio di Caterina e Podestà di Melzo nel 1454), Christoforus (Podestà nel 1475), Martino (Podestà della comunità nel 1573),  Giulio Cesare, citato negli atti della visita pastorale compiuta nel 1573 da San Carlo Borromeo, Gerolamo e Giorgio Rozza risultano titolari di rilevanti proprietà immobiliari nel borgo in occasione della visita di Federico Borromeo, nel 1605.

Il patronimico “Rozza” è rimasto legato ad una cascina che si trova ancora oggi nella campagna di Truccazzano, non molto distante.

Questi affreschi risalgono con ogni probabilità ai primi anni del 1600 e pochi decenni dopo la realizzazione furono ricoperti a calce, forse per esigenze di carattere sanitario, a seguito dell’epidemia di peste che sconvolse il milanese nel 1629-1631.

Le immagini dipinte sono di genere mitologico; in particolare i due personaggi centrali sulla parete a nord sono effigiati con le caratteristiche di sfingi alate (zampe di leone, coda da mostro).

Di particolare interesse sono molti particolari ancora leggibili nei frammenti, e tra questi le naturalistiche decorazioni di frutti e fiori nelle cornici, alternate ai mascheroni grotteschi.

Il panorama fluviale rappresentato in uno dei riquadri, con edifici e una chiesa, potrebbe riferirsi ad una località vicina a Melzo ed attraversata dal Naviglio Martesana o dal Canale Muzza, ma finora non è stato possibile riconoscere l’esatta ubicazione del sito dipinto nell’affresco.

Bibliografia

(sulla famiglia nobiliare Rozza): 

  1. Villa, Storia di Melzo. Dagli inizi alla fine dell’ottocento.  Vol. I: Dalle età antiche alla Signoria dei Trivulzio. Melzo 2002.

(sulla casa della famiglia Rozza): 

L. Ladini e S. Villa, La mappa sbagliata, Melzo, 2019,

Autore: Foto 1 – Comune di Melzo, Foto 2-3-4 – Lino Ladini

Datazione: Sec. XVI

Numero scheda catalogo heritage: PMCLVI0089