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Pessano con Bornago – Casa di cura don Carlo Gnocchi

Localizzazione: Pessano con Bornago

È a partire dal 1945 che comincia a prendere forma concreta quel progetto di aiuto ai sofferenti appena abbozzato negli anni della guerra: don Gnocchi viene nominato direttore dellIstituto Grandi Invalidi di Arosio (Co) e accoglie i primi orfani di guerra e i bambini mutilati. Inizia così l’opera che lo porterà a guadagnare sul campo il titolo più meritorio di “padre dei mutilatini”.

La casa di cura di Pessano

Tornato dalla guerra, Don Carlo Gnocchi aprì il suo primo centro per curare i mutilatini a Pessano con Bornago, utilizzando un vecchio castello donato al Comune da un conte.

Nel 1949 l’Opera ottiene un primo riconoscimento ufficiale: la “Federazione Pro Infanzia Mutilata”, da lui fondata l’anno prima per meglio coordinare gli interventi assistenziali nei confronti delle piccole vittime della guerra, viene riconosciuta ufficialmente con decreto del presidente della Repubblica.

Nel 1951 la Federazione Pro Infanzia Mutilata viene sciolta e tutti i beni e le attività vengono attribuiti al nuovo soggetto giuridico creato da don Gnocchi: la Fondazione Pro Juventute.

Vinta la battaglia per i piccoli mutilati di guerra (grazie anche a mobilitazioni di carattere internazionale, tra cui i “Campi dei mutilatini d’Europa“), il complesso assistenziale della Fondazione si orienta verso il problema più pesante che affliggeva l’infanzia sofferente dell’Italia di quegli anni: la poliomielite.

Nasce così la poderosa organizzazione professionale della Pro Juventute: sorgono e si ingrandiscono le officine, i laboratori per meccanici, radiotecnici, tipografi, tecnici agricoli, cartotecnici, ceramisti, sarti…

Dal 1963 la Pro Juventute – che dal ’57 era diventata “Fondazione Pro Juventute Don Carlo Gnocchi” – estende la sua presenza sul territorio nazionale con 12 Centri di importanza regionale e altre decine di poliambulatori e Centri minori, allargando lo specchio delle proprie attività riabilitative a ogni forma di handicap, dai motulesi ai neurolesi, ai malformati congeniti, focomelici, distrofici.

Si occupa di patologie della colonna vertebrale, dell’apparato osseo, scoliosi, fino alle disabilità più impegnative sul fronte della riabilitazione.

Dagli anni Ottanta la Fondazione ha compreso nella propria azione, con apposita modifica statutaria, l’assistenza alle persone anziane, in prevalenza non autosufficienti, e dagli anni Duemila anche ai malati oncologici in fase terminale e alle persone con gravi cerebrolesioni acquisite o in stato vegetativo prolungato.

Oggi la Fondazione Don Gnocchi conta oltre 5700 operatori.

Svolge le proprie attività in regime di accreditamento con il Servizio Sanitario Nazionale in 28 Centri e una trentina di ambulatori territoriali – organizzati in presidi, diffusi in 9 Regioni italiane – con oltre 3700 posti letto accreditati ed operativi di degenza piena e day hospital.

Centrale, nel pensiero di don Carlo e nell’organizzazione dei collegi della Pro Juventute, resta il concetto di riabilitazione.

In coerenza con la mission del beato don Gnocchi, ancora oggi in Fondazione accettazione significa accoglienza, curare vuol dire prendersi cura e ricerca scientifica, innovazione tecnologica ed efficienza sono costantemente coniugate con solidarietà e prossimità.

Autore: Fondazione don Gnocchi
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