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San Benigno, Vescovo di Milano

Localizzazione: Chiesa Parrocchiale di Santa Maria Assunta – Cernusco sul Naviglio

 

La rappresentazione riflette lo stile della pittura lombarda, in particolare di Cerano, e testimonia l’importanza di San Benigno nel restauro di edifici cristiani durante il suo governo come arcivescovo.

Immagine

Autore ignoto, 1682 c., Grande formato (dimensioni non verificate causa collocazione difficile da raggiungere), Olio su tela, Stanza a sinistra del presbiterio

Descrizione

Su uno sfondo scuro e indistinto, è rappresentata la figura del Santo barbuto in piedi con mitra e pastorale, ricoperto di abiti bianchi e dorati con i caratteristici emblemi del metropolita.

Lo stemma araldico posto in basso a destra raffigura un bovino su fondo rosso sormontato da emblemi vescovili, mentre una scritta, in alto, riporta il nome del personaggio: S. Benigno Bossi, arcivescovo di Milano, anno 460.

Il dipinto fu donato alla chiesa di Santa Maria Assunta dal Parroco Giovan Battista Bossi, come risulta dal testamento ritrovato durante le ricerche, insieme ad un altro quadro raffigurante Sant’Ansperto, andato perduto.

Alla data del testamento, 15 maggio 1682, i due dipinti sembravano essere già pronti per essere appesi nel coro della vecchia chiesa parrocchiale.
Nell’opera, i riferimenti alla pittura lombarda di inizio secolo sembrano riferirsi , in particolare a Cerano.
Ci sono rimaste poche testimonianze e documenti che riguardano gli anni di servizio del Vescovo milanese.

Comunque, il famoso Catalogus archiepiscoporum Mediolanensium gli assegna otto anni di governo e dice che è stato sepolto proprio il 22 novembre nella basilica di San Simpliciano.

Tradizionalmente il suo episcopato è attribuito agli anni 470-477, mentre per la sua memoria liturgica è stato scelto il giorno 22 novembre.

Educato a Roma, il futuro vescovo milanese continuò il suo viaggio verso Nord.

San Benigno occupò il vescovado milanese dal 470 al 477 e durante il suo episcopato fece restaurare molti edifici tradizionalmente adibiti al culto cristiano e distrutti dal gotico Odoacre.

Il futuro santo ricevette l’Arcidiocesi di Milano come successore di un altro vescovo, San Geronzio.
Una raffigurazione di San Benigno la si può ancora vedere nella cappella di destra della chiesa parrocchiale di Azzate.

Note

Le notizie più antiche sul santo le troviamo in una composizione poetica in versi di Ennodio, vescovo e scrittore di Pavia all’inizio del VI secolo. Tra quei versi possiamo leggere: «San Benigno mise a disposizione il suo cuore nel vegliare il Signore sul far del giorno e ringraziò l’Altissimo di averlo creato.

Così il Signore grande volle riempirlo di intelligenza.

Mise da parte il linguaggio della sua sapienza ed essa non si cancellerà nei secoli.

Non svanirà la sua memoria e il suo nome verrà ricordato di generazione in generazione».

Ennodio riesce, poi, a dedurre ingegnosamente dal nome stesso di Benigno una serie di elogi, senza fornirci però alcun dato sulla sua vita, tranne il fatto della sua partecipazione ad un Concilio non ben identificato.

In ogni caso è noto, da varie altre fonti, che il Vescovo di Milano ricoprì il suo mandato con avvedutezza e lungimiranza.

Fu stimato dal clero e dal popolo ed ebbe fama di persona completamente dedicata al servizio del Signore e del prossimo.

Dai documenti del XVII secolo risulta che la famiglia dei Bossi, ai quali apparteneva San Benigno, si impegnò a pagare nel corso dei secoli le spese della festa in onore del loro antenato.

Il documento che lo attesta è datato 20 novembre 1734.

Potenzialità

L’opera può essere utilizzata come strumento educativo per insegnare la storia e il messaggio spirituale di San Benigno, contribuendo all’educazione religiosa delle generazioni future.

Criticità

L’opera è posizionata in un luogo poco frequentato, c’è il rischio che venga dimenticata o trascurata nel corso del tempo.

Azioni suggerite

Sarebbe utile collocare pannelli informativi nelle vicinanze dell’opera così da arricchire l’esperienza degli spettatori, stimolando la loro curiosità e consentendo loro di comprendere in modo più approfondito l’opera d’arte.

Bibliografia

https://drive.google.com/drive/u/0/folders/1IgLX9mNLRsePc70qeL3dbsna2JXhfJjU

Autore: Federica Orlotti
Datazione: 1682 c.
Numero scheda catalogo heritage: PIAROP0031