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Gorgonzola

Localizzazione: Gorgonzola

Già nel 953 Gorgonzola era Capo di pieve lungo l’importante strada romana che collegava Milano ad Aquileia e all’Oriente.

Era sede di un tribunale, ossia un “tempio” della dea Concordia, declinato al diminutivo Concordiola, da cui il borgo prenderebbe il nome

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Stemma comunale

Descrizione

“Congorciola” viene documentata per la prima volta in un atto notarile qui stipulato nell’855; nel 953 è già capo di Pieve  e sede di una magistratura riconosciuta dall’autorità imperiale carolingia.

Secondo alcuni  storici il nome deriverebbe dai successivi assestamenti di Curt Argentiola, mentre per altri sarebbe da ascrivere alla presenza di un piccolo tempio dedicato alla dea Concordia (ossia Concordiola).

Collocata al dodicesimo miglio della strada romana che congiungeva Milano ai porti adriatici, veniva a trovarsi all’incrocio parallela al Molgora che congiungeva due centri molto importanti: Vicus Mercatus (Vimercate) a nord, a Laus Pompeia (Lodi vecchio), a sud. 

Dopo essere stato feudo dei Marliani e dei Trivulzio, Gorgonzola venne acquistata nel 1689 dai Serbelloni.

Il più eminente esponente fu Gabrio Serbelloni, uomo d’armi e ingegnere militare al servizio dell’imperatore Carlo V e poi del figlio Giovanni d’Austria.  

Un suo discendente, Gian Galeazzo, due secoli più tardi dotò Gorgonzola di un cospicuo capitale destinato alla costruzione della Chiesa parrocchiale e dell’Ospedale.

Gorgonzola fu una delle pievi più antiche dedicate ai Santi Protaso e Gervaso, protomartiri della chiesa ambrosiana, sepolti in Sant’Ambrogio.

Il borgo, infatti, nonostante le guerre e le distruzioni, fu sede, fin dal IX secolo, di una chiesa Capo di Pieve ed ebbe alle proprie dipendenze ben 14 comuni.

Il termine Pieve derivava dal latino plebs e indicava, durante i primi secoli del cristianesimo, la totalità dei fedeli posta sotto la cura dei sacerdoti. Questo era, infatti, il primo nome delle Diocesi, il cui territorio, per comodità, era all’incirca quello di un Pagus (Municipio romano).

I preti della chiesa plebana  erano gli unici che potevano amministrare i sacramenti e, soprattutto, battezzare.

Questo servizio religioso venne successivamente concesso anche ad alcune chiese rurali perché la troppa distanza dalla fonte battesimale non riuscisse d’incomodo e danno ai fedeli.

Le chiese rurali così investite, plebane o matrici, avevano sotto di sé altre chiese dove si poteva celebrare il culto, ma non si potevano amministrare i sacramenti.

Fino alla fine del XIX secolo, quando si avviò la costruzione del canale Villoresi, il Naviglio Martesana costituiva la linea di demarcazione tra due aree profondamente diverse dal punto di vista geologico: la pianura asciutta a nord e quella irrigua a sud.

Gorgonzola si trova esattamente al confine tra le due aree.  

Il paese si presentava come un grosso borgo delimitato a meridione dell’ansa del naviglio che qui compie due curve, riprendendo il tracciato dell’antico fossato di cerchia che lo delimitava.

Le aree lambite dal canale crebbero presto di valore e accolsero le residenze dei principali proprietari terrieri, primi fra tutti i Serbelloni.

Edifici storici, giardini, imbarcaderi, attracchi in granito per le barche, lavatoi ed orti sorgono tutti lungo le sue sponde, costruite in blocchi di ceppo dell’Adda, mattoni e sassi di fiume.

Per lunghi tratti la strada alzaia conserva ancora il parapetto settecentesco in granito e le bitte per legare le barche.

Sono presenti anche tredici lavatoi.

La sciostra, ossia l’attracco dei natanti, venne aperta subito dopo il ponte occidentale, poi detto di Milano, conferendo alle corti limitrofe un carattere prettamente mercantile.  

La strada alzaia, destinata al traino a ritroso dei barconi, costituì una notevole alternativa alla strada principale che attraversava l’abitato. 

Il canale è attualmente attraversato da quattro ponti: ponte di Sant’Agata (1874), su progetto ing. Zucconi; ponte di Milano (1854) su progetto degli ingegneri Carlo Caimi e Antonio Mussi; ponte di Cadrigo (1938) degli ingegneri Luigi, Fabio e Giuseppe Bellavita; ponte strallato di via Bellini (2001) su progetto ing. Gianmauro Novaresi) e da cinque passerelle pedonali. 

Un unicum presente solo a Gorgonzola è il ponte sospeso in legno, di incerta datazione, che permetteva l’accesso a villa Serbelloni dall’approdo situato sulla sponda opposta del naviglio.

Le acque del naviglio, ora deserte e silenziose, fino alla fine dell’ 800 si presentavano giorno e notte animate di barconi, barche mezzane e borcelli che trasportavano dall’Adda a Milano materiali da costruzione, carbone, manufatti, prodotti agricoli, bestiame e passeggeri.

Nel viaggio di ritorno, le barche erano tirate dai cavalli lungo la strada Alzaia e ciò impediva il trasporto a ritroso di carichi pesanti. 

Tra i migliori piloti, comunemente detti “paroni”, che presero a guidare le barche sui navigli della Martesana e di Paderno, vanno citati gli Apostolo di Gorgonzola. 

Le bocche di derivazione regolate da chiuse sono otto (Orobona, Cascina Vecchia, Castigliona, Mirabella, Mantegazza, Bescapera, Serbellona Nuova, Bettina).

Note

“Rifattici sulla via postale, soffermiamoci presso il popoloso borgo di Gorgonzola. Bello l’aspetto, da sembrar città, con buoni fabbricati colonici e civili; attivissimo il commercio di formaggi e di stracchini, che dal borgo presero il nome. Vi si tiene mercato il primo lunedì d’ogni mese, e due fiere annue, assai frequentate” (Cesare Cantù, Grande Illustrazione del Lombardo Veneto, Milano, 1857).

Commenti

Abitanti anticamente soprannominati PULT E LACC (polenta e latte).

Bibliografia

Damiano Muoni, Milano 1866, “Melzo, Gorgonzola e loro dintorni”

Cesare Cantù, Grande Illustrazione del Lombardo Veneto, 1857

 

Autore: Wikimedia
Datazione: Secolo VIII
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