E’ una pianta molto decorativa, ampiamente utilizzata per le alberature stradali.
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Chioma estiva, seme circondato da ala membranosa, foglie dall’inconfondibile forma lanceolata
Descrizione
Essenza originaria della Siberia e della Cina settentrionale, ed introdotta in Europa nella seconda metà del XVIII sec.
Altezza: raggiunge i 20 m
Fiorisce tra febbraio e maggio.
Il tronco raggiunge gli 80 cm di diametro e porta una chioma globosa, ampia e molto decorativa.
Ulmus pumila L. si distingue dagli altri olmi, per il portamento e chioma più ricadente per i rametti lunghi e fini; generalmente è più piccolo, con rametti grigi, che portano piccole gemme grigio-scure.
Le foglie sono decidue nelle aree fredde, ma semi-sempreverdi nelle aree calde.
Sono lunghe circa 7 cm e larghe 3 cm, cioè più piccole degli olmi nostrani, disposte a zig zag sui rami, con base obliqua e margine seghettato, con alcuni denti secondari, di colore verde scuro che diviene giallo in autunno.
I fiori apetali, con impollinazione anemogama (per l’impollinazione usa come mezzo di dispersione il vento; non essendoci l’intervento di animali, le piante anemogame non producono nettare), sbocciano ad inizio primavera prima delle foglie.
A differenza della maggior parte degli olmi, Ulmus pumila è in grado di autoimpollinazione.
Le infiorescenze ermafrodite sono nell’insieme verdastre e non rossastre, come negli altri olmi, anche gli stami sono molto corti e poco evidenti.
I frutti sono sàmare lunghe 1-1,5 cm, con un’ala membranosa ovale che favorisce la dispersione del seme tramite il vento.
Note
ll nome di genere “ulmus” è lo stesso con il quale veniva chiamata la pianta in lingua latina. E’ connesso con la radice sanscrita al crescere. La specie “pumila”. L’aggettivo deriva dal latino “pumilus” (nano, piccolo, pigmeo) rispetto alle specie congeneri.
Potenzialità
– Ne è particolarmente apprezzata la resistenza all’attacco del fungo che porta alla “grafiosi dell’olmo” e ai rapidi mutamenti delle condizioni atmosferiche: sopravvive anche a geli invernali molto spinti e a periodi prolungati di siccità.
– Le sue foglie molto proteiche, sono un ottimo foraggio molto digeribile e decomposte migliorano notevolmente la fertilità dei terreni.
Bibliografia
Wikipedia, www.actaplantarum.org/ , F. Gianni “Via per via gli alberi di Milano” – Ed. Il mondo positivo (1987)