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Truccazzano – Lago Gerundo

Localizzazione: Truccazzano

Foto 1: piantina del mitico Lago

Foto 2: il drago Tarantasio

Secondo studi geologici pare sia esistito in età preistorica.

La leggenda che vuole la palude abitata dal drago Tarantasio ha origine dal fatto che le acque emanavano acido solfidrico dal sottosuolo ricco di metano.

Il bacino si sarebbe trovato nel cuore della Lombardia, in una zona che va da Brembate fino a Cremona e copriva parte delle province di Milano, Bergamo, Cremona, Lodi e Mantova.

Ubicato in una profonda depressione alluvionale, il Lago Gerundo deve gran parte della sua fama a un abitante particolare, un mostruoso serpente (o drago) noto nelle leggende popolari come Tarantasio.

Questo gigantesco e velenoso animale, vero e proprio flagello per gli abitanti del posto, con il suo alito pestilenziale avrebbe reso l’aria intorno al lago irrespirabile.

Il mostro faceva strage di uomini e bambini.

Sempre secondo la leggenda venne ammazzato dal capostipite della dinastia dei Visconti di Milano, che guarda caso hanno come emblema della loro casata un biscione che ingoia un fanciullo.

Dopo l’impresa l’eroe prosciugò il lago ma secondo altri l’uccisione del drago e  la bonifica furono opera di san Cristoforo, o di Federico Barbarossa.

Sebbene le leggende locali siano per lo più esagerate un fondo di verità permane, dato che effettivamente l’area intorno al Gerundo era piuttosto paludosa e malsana.

La malaria e altre malattie causate da febbre e scarsa igiene non erano dunque così rare in questa parte della Lombardia e l’infausta leggenda di Tarantasio ha sicuramente aiutato ad alimentare questa credenza popolare. Nella realtà furono i monaci delle vicine abbazie che si occuparono della bonifica.

La particolarità di questo drago è che esso è stato utilizzato come simbolo dell’ENI per la creazione dell’iconico cane a sei zampe che da mezzo secolo rappresenta l’Agip nel mondo.

Il presunto alito pestilenziale del drago, che avrebbe ammorbato l’aria intorno al bacino d’acqua, è stato inoltre utilizzato dai dirigenti dell’ENI come spunto per creare una vera e propria fiamma dalla bocca del cane a sei zampe.

Il terreno alluvionale, ricco di sostanze organiche e di reperti fossili sedimentati nel corso del tempo in questa zona acquitrinosa, era dunque il regno del gas metano ed è per questo motivo che Tarantasio è potuto diventare la mascotte dell’ENI.

Il bacino d’acqua praticamente oggi non esiste più.

Uno dei motivi che hanno portato al graduale prosciugamento del lago sembra sia stata anche la costruzione e il potenziamento del canale della Muzza, condotto che segue un’importante diramazione del fiume Adda.

La leggenda del drago e del suo alito pestilenziale è rimasto ben viva nel folklore lodigiano e milanese, caricando di suggestione e mistero l’area intorno al Gerundo.

Infine secondo il folklore al centro del Gerundo si sarebbe trovata un’isola chiamata Insula Fulcheria. Fu proprio su questo lembo di terra tra il fiume Serio e il fiume Adda, instabile come solo le acque alluvionali di questo bacino acquatico erano nei periodi di piena fluviale, che fu poi edificato durante il VI secolo il nucleo urbano di Crema.

Note

Si noti che una frazione di Cassano d’Adda si chiama appunto località Taranta.

Potenzialità

Da sviluppare in ambito turistico.

Azioni suggerite

Visite guidate

Commenti

Area tipica da dedicare ad un apposito Ecomuseo.

Bibliografia

“Lago Gerundo tra storia e leggenda” di Fabio Conti (Ediz. Meravigli)

 

https://siviaggia.it/viaggi/tarantasio-lago-gerundo/163714/

Numero scheda catalogo heritage: